I nostri maggiori giornali riferiscono con sorpresa la previsione negativa
del PIL. Di pari passo aumentano i
fallimenti delle aziende, che, ancora aspettano il pagamento di 80 miliardi di credito
da parte della Pubblica Amministrazione e il governo, invece di pagarle, fa
decreti inutili sulla competitività e sul lavoro.
Mentre l’Euro zona restante si attesta, invece, positivamente nei
confronti del Pil, i nostri massimi
esponenti dello Stato trovano le giustifiche più valide per questo ennesimo
primato negativo acquisito.
L’Istituto di statistica spiega,
con semplice nota, il motivo : “ il calo congiunturale è la sintesi di un incremento del valore aggiunto nel settore
dell’agricoltura, di un andamento negativo nell’industria e di una variazione
nulla nel comparto dei servizi”. Il primo trimestre del 2014 ha avuto una
giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al
primo trimestre 2013 “ .
Mentre il premier Renzi , si è dichiarato "molto fiducioso,
ottimista" sull'economia italiana, perché "i numeri sono molto
incoraggianti" e, soprattutto, perché se l'Italia sarà capace di fare le riforme strutturali necessarie
"è in condizione per tornare a crescere". Cerca di infondere ottimismo agli italiani e
dichiara a Radio 24 di escludere categoricamente
una manovra correttiva.
Ma queste iniezioni di ottimismo sono ancora efficaci?
Possono ancora convincere i rimanenti
creduloni italiani?
Io penso che anche il più sprovveduto idealista, si sia svegliato dal
suo sonno, se si considerano i
fallimenti quotidiani del numero delle aziende e con essi la disoccupazione che si aggiunge all’inoccupazione dei tanti
giovani che non hanno mai trovato lavoro .
E’ ormai palese che lo Stato è un organo fallimentare e pertanto non è in grado di apportare i più pallidi miglioramenti
alle condizioni di crisi in cui versa la nazione;
C’è da riflettere, inoltre, che
questo governo non è nemmeno in grado di seguire, a livello paritario, le strategie economiche dell’Ue,
ma soltanto di eseguire gli ordini imposti.
Spero che noi cittadini
spogliati delle nostre risorse, ci renderemo conto che un certo
Romano Prodi , sconvolgendo i nostri bilanci economici, firmò la nostra
adesione all’euro e che un certo Giorgio
Napolitano per senilità o per obbedienza
o per arroganza sospese la democrazia in
Italia con vergognosi giochi politici, non degni di un presidente.