mercoledì 25 settembre 2013

La favola di Gianna, una ragazzina di 16 anni..


                Affinché  si prenda coscienza che la qualità della propria vita scaturisce dalla capacità  e dalla moralità di chi  governa il proprio Paese.               

   Periodo dei fatti novembre/2011.
 C’era una volta un popolo che viveva,  agiatamente, nel Territorio  Italia.

    Un brutto giorno, purtroppo, questi  venne a conoscenza  che il  suo Re, detto Governo ,  per ingordigia e negligenza aveva in qualche modo venduto   il suo popolo  al Re dell’ Unione Europea , di cui già  faceva parte, come   socio .      

    Il popolo, scosso  dall’avvenimento,  girò il suo  sguardo, con aria interrogativa,  al suo Re  governo,  ma, costui, continuava  a rassicurare le persone  e a garantire la stabilità del regno , forte della sua durata  di reggenza di  20 anni.  

   Il popolo, tuttavia,  approfondì  la situazione e  scoprì che le promesse di migliorare le cose, proposte e riproposte dal Re governo  ,nell’arco degli anni,  erano ancora  lì, inevase  e per giunta sopraffatte  dai  tantissimi  debiti  che nel frattempo aveva  aperto  col Re dell’ Unione Europea. 

    Anche il papà del Re governo, detto Napolitano  presidente, suo malgrado, dovette  destarsi  dal suo torpore  quasi quinquennale,  e,  per dimostrare il suo bene verso il  popolo,  sostituì  subito il Re governo figlio, con dei personaggi, secondo lui  colti, detti  tecnici e quindi  capaci nel  riassestamento  delle finanze di  quel popolo.

  Iniziarono da lì i guai e le preoccupazioni degli italiani.  Nulla di più facile fu per quei  tecnici , abituati a conti  semplici e linearii!  Mettere nuove tasse spaventose e insopportabili alle tasche del popolo,  senza  apportare  le necessarie  rettifiche  alle  situazioni anomale  che il Re governo  aveva  acquisito in eredità e/o  aveva creato  con tanti  buchi neri , che a loro volta divoravano  sfacciatamente le  finanze  del popolo.        
  Fu  allora,  che quel popolo si svegliò atterrito  e disorientato, tanto,  da perdere  la propria identità  di appartenenza  al regno .     Successe così, che , una piccola parte di esso rimase illesa dalla nuova e pesante imposizione fiscale,  un’altra parte   insofferente  e abbandonata a se stessa  perì  di sua iniziativa, la fetta più grossa  del popolo, invece,  si lamentò, pagò e divenne  povera.  Tutto ciò con l’incuria di quei  figuri, detti tecnici, dell’apparato istituzionale parlamentare  e del papà del Re Governo. 

Il popolo  scosso,  capì che quel drappello di tecnici  era  stato messo : lì, come curatore fallimentare dell’Italia, al fine di  tamponare  nel tempo massimo possibile  quei  debiti  dichiarati insanabili e  di salvaguardare  il mantenimento  privilegiato  di tutto l’Apparato Istituzionale  Statale.

    Attualmente, il nuovo curatore fallimentare si chiama LETTA, che prosegue l’operato dei tecnici col mantenimento   delle tasse  inique  che il popolo  è costretto e  non riesce a pagare .    

 NEL FRATTEMPO ,  SI SOLLEVANO,  IN ALTO E DIRETTAMENTE VERSO  FAUTORI  E PARLAMENTARI  LE  DENUNCE DI SPERPERO DEI SOLDI PUBBLICI  USATI   A FAVORE DEI PRIVILEGI  POLITICI (   pensioni d’oro, pensioni erogate senza una reale fonte contributiva ….., nomine di nuovi senatori, sovvenzioni alle fondazioni dei politici……,…. auto blù,  insomma non bastano……le pagine  per l’elenco      Ma da parte di questi , c’è  silenzio e connivenza   sullo stato delle cose.  
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      Sembra inverosimile ,  ma  questa  favola è stata scritta  da una ragazzina di 16 anni , che trovandosi da sola  in una nuova condizione di bisogno per effetto  del nuovo regime,   osserva  inquieta   l’inettitudine dello Stato italiano verso il popolo, quello  bisognoso.    Gianna  non ha voluto chiudere la favola, perché il suo finale sarebbe bruttissimo, lei spera  che  gli italiani prendano coscienza di quello che sta succedendo e senza più lamentarsi , PROVVEDANO,   fattivamente   tutti uniti,  al recupero dei loro diritti .   Un abbraccio

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